
Di che parla la Szymborska? di una figlia che sogna sorelle impossibili, di spasimanti in ordine alfabetico, del trillo di un telefono, di morti senza ombrello, di rime boschive, di una caccia nella savana, di Darwin lettore di romanzi, di un professore che guarda il cielo, di un incrocio distratto, di un autografo che non si vedrà mai, di un cane sradicato, di Atropo con le forbici, dell’incubo di un poeta, di un labirinto, di un giorno senza domande, di una statua smozzicata, di due punti.
Ce ne sono proprio tante di cose in questo libretto di 46 pagine. Ne scelgo una a caso:
- INTERVISTA CON ATROPO
La signora Atropo?
Esatto, sono io.
Delle tre figlie della Necessità
Lei è quella con la fama peggiore.
Grossa esagerazione, poetessa mia.
Cloto tesse il filo della vita,
ma quel filo è sottile,
non è difficile tagliarlo.
Lachesi con la pertica ne fissa la lunghezza.
Non sono innocentine.
Però le forbici sono in mano Sua.
Giacché lo sono, ne faccio uso.
Vedo che anche ora, mentre conversiamo…
Sono lavorodipendente, questa è la mia natura.
Non si sente annoiata, stanca,
assonnata quantomeno di notte? No, davvero no?
Senza ferie, weekend, feste comandate
o almeno brevi pause per una sigaretta?
Ci sarebbero arretrati, e questo non mi piace.
Uno zelo inconcepibile.
Senza mai qualche riconoscimento,
premi, menzioni, coppe, medaglie?
Magari diplomi incorniciati?
Come dal barbiere? Molte grazie.
Qualcuno L’aiuta? E se sì, chi?
Un paradosso niente male – appunto voi mortali.
Svariati dittatori, numerosi fanatici.
Benché non sia io a costringerli.
Per loro conto si danno da fare.
Di sicuro anche le guerre devono rallegrarLa,
in quanto danno un bell’aiuto.
Rallegrami? È un sentimento sconosciuto.
Non sono io che invito a farle,
non sono io che ne guido il corso.
Ma lo ammetto: è grazie a loro soprattutto
che posso stare al passo.
Non le dispiace per i fili tagliati troppo corti?
Più corti, meno corti –
solo per voi fa la differenza.
E se uno più forte volesse sbarazzarsi di Lei
e provasse a mandarLa in pensione?
Non ho capito. Sii più chiara.
Riformulo la domanda: Lei ha un Superiore?
… Passiamo alla domanda successiva.
Non ne ho altre.
In tal caso, addio.
O per essere più esatti…
Lo so, lo so. Arrivederci.
Grande ma proprio grande la Szymborska!
Ho due scheiwiller che sono una meraviglia oltre al resto dell’Adelphi. Grande poesia narrativa (la chiamo io sbrigativamente)
Signora poeta anche quella!
ciao
Per me, che non sono particolarmente attratta, in genere, dalla poesia, questa donna è stata una vera rivelazione. Le ho dedicato anch’io un post, poco tempo fa, il libro che mi aveva folgorata era “Vista con granello di sabbia”. Straordinario.
Ho un modestissimo (nel senso di economico) tascabile della Newton Compton con una raccolta di poesie di Emily Dickinson, pieno di annotazioni di altre poesie o pensieri o frasi che avevano detto qualcosa al mio cuore nel momento in cui li avevo letti. Non mi ricordo dove trovai una poesia della Szymborska (allora mi era sconosciuta, quella poetessa dal nome impronunciabile), e l’associai alla poesia J 580 di ED. La poesia è questa…
Nulla è in regalo
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo,
sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
E’ così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
E’ troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
Mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
Tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
Ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L’inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
Dove, quando e perché Ho permesso che aprissero
Questo conto a mio nome.
La protesta contro di esso
noi la chiamiamo anima.
E questa è l’unica voce
Che manchi nell’inventario.
(Traduzione di Pietro Marchesani)
Un sereno 2007 a tutti
@ gabrilu
Sono andato a leggere il post e, stuzzicato dal tuo “centellinare” e dalla citazione gombowicziana di mariastrofa, ho lasciato un commento zuccherino.
@annarita
Allora mettiamo anche la J580:
I gave myself to Him –
And took Himself, for Pay,
The Solemn Contract of a Life
Was ratified, this way –
The Wealth might disappoint –
Myself a poorer prove
Than this great Purchaser suspect,
The Daily Own – of Love
Depreciate the Vision –
But till the Merchant buy –
How Fable – in the Isles of Spice –
The subtle Cargoes – lie –
At least – ‘tis Mutual – Risk –
Some – found it – Mutual Gain –
Sweet Debt of Life – Each Night to owe –
Insolvent – every Noon –
Mi diedi a Lui –
E Lui presi, in Pagamento,
Il Solenne Contratto di una Vita
Fu ratificato, così –
Questa Ricchezza potrebbe deludere –
Io più povera dimostrarmi
Di quanto il grande Compratore supponga,
Il Quotidiano Possesso – dell’Amore
Svaluta il Sogno –
Ma finché il Mercante compra –
Come una Favola – nelle Isole delle Spezie –
Gl’impalpabili Carichi – giacciono –
Almeno – è Reciproco – il Rischio –
Alcuni – lo reputano – un Reciproco Guadagno –
Dolce Debito della Vita – Ogni Notte da onorare –
Insolvente – ogni Mezzogiorno –